Colombo1137

Andare a caccia e sport, svago, ginnastica, è perditempo spesso; cacciare col cane da ferma è arte e se non tutti codaioli emergono dalla mediocrità, hanno però tutti in comune un sentimento che solo per eccezione può albergare in animo volgare: l’affetto per il più completo ausiliare che la natura ci ha posto a disposizione anche se non è oggi il più indispensabile.

Il cane da ferma caccia per voi anche se non lo meritate, è la più cosciente e completa manifestazione di altruismo e di abnegazione che essere dotato di intelligenza volontà pratichi liberamente, senza costrizione: non morso, redini, pungolo, lusinghe e allettamenti, solo la frusta a temperare l’esuberanza e piegare maggiormente al vostro tornaconto l’attiva collaborazione.

Istinto? Certamente.

Lasciate brado il cavallo e lo vedrete pascere tranquillamente gravide erbe; mostrategli il morso e cercherà di sottrarsi o si adatterà passivo e lo avrete solo piegandolo perché la sua è fatica innaturale e per lui illogica. 

Il cane da ferma invece caccia per passione e la bisogno di voi, quasi impotente da solo e si affida voi come il cieco al bastone e accetta collare guinzaglio volenterosamente, complemento indispensabile della sua convivenza col cacciatore.
Non è solo istinto è intelligenza: il cane connette deduce vaglia critica e decide. Dalla sua decisione dipende la vostra dalla sua volontà la vostra, dalle sue attitudini l’esito delle vostre imprese: un collaboratore non un servo.

E’ umiliante per il cacciatore? No, perché alla fine tutto è frutto dell’accorgimento del cacciatore stesso che per generazioni ha sfruttato, affinandole qualità nascoste e palesi piegandole sino a giovarsene col pieno consenso dell’ausiliare, senza, forse per la prima volta nella storia dei rapporti fra uomini e bestie, ricorrere alla frode e alla violenza, soltanto alla persuasione, secondando istinti e passioni ataviche.

C’è da congratularsi con l’homo sapiens venator, e, in fatto di pedagogia, hanno molto da imparare alunni e maestri di ben altre attività. 

Ma il cane è una bestia? Io lo nego: l’uomo nel suo smisurato orgoglio è troppo spesso ingeneroso e, dimenticando le proprie oscure origini, traccia fra sé ed altri esseri dotati di intelligenza e di affettività, un netto distacco che probabilmente non esiste in quella forma e misura da esso arbitrariamente supposto.

Sarei curioso di sapere cosa pensano gli animali di noi e soprattutto vorrei conoscere l’opinione di molti cani da ferma nei riguardi del loro rispettivo proprietario. E’ questo un punto essenziale e inderogabile: cosa pensa Tell del suo padrone? Perché non basta che Tell ami il suo padrone, può darsi lo faccia con la stessa indulgenza che gli fa tollerare la moglie e la fantesca; Tell è longanime e filosofo: per una armonica convivenza Tell deve aver stima del suo padrone e, precisamente, delle sue doti doti morali e fisiche.

Tell è un prestatore d’opera e avrebbe diritto di sapere a chi sono affidate le sue capacità specifiche; ma Tell non ha codice del lavoro che lo tuteli e, se capita male, non gli rimane nella sua sconfinata sopportazione, e considerare con indulgenza il proprio ineluttabile padrone, accollandosi quasi sempre responsabilità e colpe non sue. Avete mai ascoltato un cacciatore che al termine di una giornataccia non abbia perentoriamente accusato Tell o l’armaiolo delle sue sfortunate fatiche o del tempo? 

Tell e l’armaiolo, ecco due lavoratori che dovrebbero associarsi per difendere il proprio decoro tanto spesso ingiustamente compromesso.

Perché i rapporti fra cacciatori e cani sono tutti e quanti basati sull’arbitrio, e ve lo provo subito: unico, inappellabile giudice dell’impiego e delle mansioni di Tell, è il padrone; al primo decidere, all’altro adattarsi. Nessuna possibilità di ricorso in cassazione per Tell: libertà di venderlo, sopprimerlo, denigrarlo, maltrattarlo per il padrone.

C’è da scrivere la capanna dello zio Tell ed avrebbe successo. 

Può accadere che un giovanotto di belle speranze stanco e deluso di altri sport, si accorga un giorno che, oltre le farfalle, le zanzare, le mosche ed i passeri hanno l’abitudine di volare anche quei variopinti pennuti che fanno bella mostra di sé nelle vetrine dei salumieri sotto Natale; sbotta irresistibile la nuova grande vocazione. Cacciatori si nasce, ha scritto Barisoni, ma non importa: con un po’ di ghelli, una buona riserva, si diventa anche cacciatore, almeno dall’armaiolo ed al caffè.

Comperato il fucile, la cinghia, la busta, la cartucciera, abiti, stivali, camicie, cravatte cosa manca? Un buon cane.  

Cos’è un buon cane? Un essere fra i più intelligenti, il cervello al servizio della passione, l’olfatto ai comandi della volontà, è il frutto di selezione millenaria, creatura di Dio perfettamente cosciente, dotata di raziocinio, capace di affetti con un carattere, dei gusti, delle preferenze; è l’ausiliare propenso a tutti sacrifici per un po’ di zuppa; é a differenza di tutti gli uomini nessuno escluso, fedele, riconoscente…. no non è vero nemmeno questo: è un quadrupede costruito in un certo qual modo e con certe abitudini per merito delle quali gli piace andare a caccia, si compera sul mercato come un vitello, gli si cambia nome perché all’amica non piace Tell e preferisce Suzy ( il sesso dei cani non ha importanza) e lo si prova, ossia gli si fa l’esame. Tell, o Suzy, se preferite, ha quattro anni dei quali tre spesi egregiamente a caccia nelle risaie, conosce: beccaccini starne, fagiani lepri beccaccie: è stato in montagna un paio di volte e si è difeso bene; non è mai stanco, è smaliziato, sa i trucchi del selvatico e come sventarli, potrebbe scrivere un trattato sugli usi e costumi di svariata selvaggina e un altro sul modo di catturarla se trovasse l’editore. 

Il nuovo proprietario sa che il sole si alza alla mattina, segna mezzogiorno e poi tramonta, che gli uccelletti fanno cip cip e quando piove si bagnano. Vanno fuori insieme. Combinano quel che combinano.  Date le premesse, chi dei due, in materia tanto e rigorosamente specifica, dovrebbe dare un giudizio equo, ragionato dell’altro? A me pare il cane.  No: è al contrario. E non c’è rimedio.

Ma sto andando fuori mano. Chi mi ferma se non mi ferma il cane da ferma?