Il testo della delibera della Giunta Regionale Toscana relativamente alla caccia alla beccaccia.
La Giunta Regionale toscana, nella seduta del 26 giugno 2017, ha deliberato un lungo, motivato ed articolato documento nell’ambito del Calendario venatorio regionale 2017-2018, da cui ho stralciato il paragrafo relativo alla Beccaccia.
“Beccaccia (Scolopax rusticola)”
Si intende consentire il prelievo dal 1 ottobre 2017 al 31 gennaio 2018, in quanto: – la normativa vigente (legge 157/92, art. 18), prevede l’arco temporale terza domenica di settembre-31 gennaio; – la sovrapposizione di una decade con il periodo di migrazione prenuziale indicato nel documento Keyconcepts è consentita dal documento Guida interpretativa, – in relazione allo stato di conservazione della specie si evidenzia che due testi scientifici stabiliscono che la popolazione paleartica di Beccaccia è stabile (Wetlands International, 2006 e Delany et al. 2009). Questa valutazione è stata ripresa dallo stesso ente Bird Life International che ha modificato il suo precedente giudizio di declino della specie risalente al 2004 in un giudizio di popolazione stabile. – conseguentemente al nuovo giudizio del 2009 come popolazione stabile la Commissione europea non ha rinnovato il piano di gestione internazionale per la beccaccia: http://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/ wildbirds/hunting/managt_plans_en.htm
– nelle Linee guida ISPRA per la stesura dei calendari venatori si “considera idoneo per la conservazione e la razionale gestione della specie il posticipo dell’apertura della caccia al 1°ottobre”; – dallo studio estrapolato da C.I.R.S. e M.A.F. Baldaccini N.E. (a cura di) “Monitoraggio della presenza della Beccaccia nella Tenuta di San Rossore (anni 2010-2013)”, agli atti del Settore “Attività faunistico venatoria, Pesca dilettantistica, Pesca in mare” condotto dalla Provincia di Pisa, in collaborazione con l’Osservatorio Ornitologico F. Caterini, l’associazione nazionale Beccacciai d’Italia ed il Centro Studi Beccaccia presso la Tenuta di San Rossore, emerge che, in termini di gestione del prelievo venatorio, gli attuali periodi indicati dall’articolo 18, comma 1, della legge157/92 per la specie, paiono compatibili con le esigenze di salvaguardia del periodo migratorio pre-nuziale nell’ambito regionale toscano; – dalla ricerca “Primi dati di monitoraggio con il cane da ferma in Toscana” organizzata dalla Regione Toscana, agli atti del Settore “Attività faunistico venatoria, Pesca dilettantistica, Pesca in mare” nel periodo marzo aprile 2016, con 174 operatori su 61 comuni toscani e 903 ore di monitoraggio, emerge un picco di presenze della specie (0,41 incontri/ora) nella seconda decade di marzo e la presenza seppur con graduale diminuzione degli indici di incontro nella terza decade (0,26 incontri/ora) sino alla prima decade di aprile (0,14); – i riscontri ottenuti dall’analoga campagna di monitoraggio sulla specie condotta nel periodo gennaio-marzo 2017, mostrano il picco di presenze della specie collegabile all’ondata di ripasso pre-nuziale compreso tra la terza decade di febbraio e la seconda decade di marzo (ICA 0,79-0,83);
– si intende inserire un limite di prelievo stagionale di venti capi, quindi verosimilmente una buona parte dei cacciatori termina l’attività di prelievo della specie per “Beccaccia (Scolopax rusticola)” il raggiungimento dei limiti di prelievo prima della data di chiusura prevista;
– la caccia inizia mezz’ora dopo l’orario consentito e termina mezz’ora prima del tramonto e può essere praticata solo in forma vagante con l’ausilio del cane da ferma e da cerca; ciò al fine di contrastare in modo ancor più efficace la pratica, peraltro vietata, della posta mattutina e serale;
– il cacciatore deve annotare immediatamente il capo abbattuto come normalmente avviene per le specie stanziali;
– con le recenti proposte di modifica alla L.R. 3/94, viene proposto l’inasprimento della sanzione amministrativa per ogni capo abbattuto in difformità con le modalità, orari e periodi previsti nel calendario venatorio e nel regolamento regionale, nonché viene proposta nei casi suddetti, la sanzione accessoria del ritiro del tesserino venatorio per un anno, o per tre anni in caso di recidiva;
– l’ISPRA nel documento: “Sintesi dello stato di conservazione delle specie oggetto di prelievo venatorio ai sensi della legge 11 febbraio 1992 n. 157 e successive modificazioni” per questa specie rileva: “Fenologia della migrazione: la migrazione post-riproduttiva ha inizio alla fine di agosto e termina in novembre, con lo sviluppo massimo da metà ottobre a tutto novembre; la migrazione di ritorno ai quartieri riproduttivi ha luogo tra la fine di febbraio e la metà di aprile…”;
– il territorio della Regione Toscana non è generalmente interessato dalla condizione “ondata di gelo”, fattore climatico a cui la beccaccia risulta molto sensibile durante lo svernamento, come stabilito da ISPRA nel documento “Prelievo venatorio a carico della specie Beccaccia Scolopax rusticola in inverno” contenente il protocollo per la salvaguardia delle popolazioni svernanti della Beccaccia in occasione di eventi climatici avversi dove sono indicati i seguenti criteri per la definizione di “ondata di gelo”: brusco calo delle temperature minime (<10°C in 24 ore), temperature medie giornaliere inferiori a quelle della norma stagionale, temperature minime giornaliere molto basse, temperature massime sottozero (tali da impedire il disgelo), estensione minima del territorio interessato su base territoriale, durata dell’ondata di gelo stimata in 6-7 giorni. A dimostrazione di quanto sopra affermato il Consorzio LaMMa (il Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile è un consorzio pubblico tra la Regione Toscana e il Consiglio Nazionale delle Ricerche) dimostra che la ricorrenza del fenomeno in Toscana è da considerarsi quasi trentennale (relazione prot. 635/2013 agli atti del Settore “Attività faunistico venatoria, Pesca dilettantistica, Pesca in mare”); – la Regione Toscana provvederà a sospendere il prelievo in caso si verifichi l’ondata di gelo”.
Finalmente si è verificato quanto auspicato dopo lunga e sospirata attesa di una necessaria presa di posizione ufficiale di una delle più importanti Regioni italiane sull’attivazione pratica ed efficace della norma nazionale che proibisce la “posta alla Beccaccia” inserita nella Legge 968 (1977 e recepita nella successiva 157/1992 tuttora in vigore) su iniziativa dell’allora giovane Club della Beccaccia che da quel momento ad oggi non ha mai cessato di chiederne – con scarso successo –una reale applicazione sul territorio! Denunce circostanziate, da parte delle tre associazioni di beccacciai italiani, alle varie sedi del Corpo Forestale e alle Amministrazioni provinciali competenti hanno qua e là sortito qualche effetto che il Club ha ufficialmente riconosciuto con attestati di merito per coloro che si erano distinti nel tentativo dell’applicazione della norma stessa. Certamente, due cose mancavano nella lettera della legge: una riguardava l’incentivazione degli interventi di controllo e l’altra (strettamente legata, quanto all’efficacia) alla deterrenza delle sanzioni (troppo basse e solo amministrative). L’inasprimento di quella pecuniaria, ma soprattutto la sanzione accessoria del ritiro del tesserino per un anno (o tre per recidiva) chiaramente potrebbero rivelarsi fondamentali (ma non ho trovato particolari al riguardo, speriamo nel regolamento…). Già la Regione Basilicata e alcuni ATC hanno previsto detta possibile sospensione, ma l’effetto di una tale presa di posizione della Giunta toscana (PD) potrebbe/dovrebbe ottenere un virtuoso effetto di “trascinamento” per altre. Nel caso in oggetto, secondo Marras, capogruppo PD, l’attento lavoro d’ascolto svolto sul territorio, in particolare concretatosi in una proposta scritta, specifica e motivata, dell’Associazione di Volontariato “Progetto Migratoria” di Grosseto, patrocinata anche dal nostro Club della Beccaccia, è stato una spinta importante. A questo punto non posso esimermi da fare qualche ulteriore commento, meno entusiastico, ma costruttivo, su altri punti dello stralcio: — in relazione allo stato di conservazione della specie si evidenzia che due testi scientifici stabiliscono che la popolazione paleartica di Beccaccia è stabile (Wetlands International, 2006 e Delany et al. 2009.ecc. Certamente quella Paleartica globale – dall’Atlantico al Pacifico attraverso tutta l’Eurasia – probabilmente non è a rischio, anche se, visto l’enorme areale, non se ne sa quasi nulla! Ma a noi interessa lo stato, meno univoco, delle molte sub-popolazioni di beccacce che toccano i nostri Paesi (Regione Paleartica occidentale) riportandone i segni. — conseguentemente al nuovo giudizio del 2009 come popolazione stabile, la Commissione europea non ha rinnovato il piano di gestione internazionale per la beccaccia. In realtà inspiegabilmente quel Piano che doveva riferirsi in prima battuta al periodo 2006-2009, fatto lodevolmente bene, ma osteggiato da molte associazioni, vergognosamente non è MAI stato avviato!… –
Quanto ai primi dati del monitoraggio di risalita con cane da ferma, ho sempre attribuito –almeno finora – scarso valore alla loro utilizzazione scientifica (poco rappresentativi in momenti di forte scorrimento notturno).
-Un limite di prelievo stagionale di venti capi, citato come positivo per la conservazione in quanto “una buona parte dei cacciatori termina l’attività di prelievo della specie per il raggiungimento dei limiti di prelievo stesso prima della data di chiusura prevista”, non mi trova d’accordo! Venti beccacce all’anno sono molte, troppe, e il fatto che vengano probabilmente raggiunte prima della fine del periodo di caccia, non mi convince. Su circa 50 anni di caccia alle beccacce (con una media di 30 giornate/anno dedicate), ho realizzato una media di 7 beccacce/anno (ma in realtà meno di 5…il plus valore è dovuto a qualche vacanza passata in Sardegna fra il 1964 e il 1986) e sono del tutto d’accordo con la Regione Piemonte che da decenni ha fissato il tetto annuale a un decoroso-soddisfacente 10 beccacce o, ad abundantiam, con la Liguria che ne prevede 15.
-Quanto al fatto che il territorio della Regione Toscana non è generalmente interessato dalla condizione “ondata di gelo”, mi lascia qualche perplessità, nonostante le precisazioni riportate. Vorrebbe comunque significare che la Toscana sarebbe un ottimo “rifugio climatico” e pertanto consigliabile per una prudenziale sospensione anticipata della caccia in occasione di geli nelle regioni vicine, visto che produrrebbero una concentrazione massiccia e quindi pericolosa per la specie proprio laddove il gelo non c’è o è minore… ma questo riporterebbe a galla una vecchia (e condivisibile) battuta del rimpianto giudice cinofilo e allevatore di setter Giancarlo Mancini sulla mia persona: “Spanò non è un cacciatore, è un protezionista. Noi aspettiamo il freddo perché ci porta le beccacce e lui vorrebbe farle chiudere proprio allora!!!”. Forse aveva ragione!
Ringrazio Andrea Guidoni, Gigi Gregori e Alberto Ratti per la documentazione e/o le informazioni fornite!
Ivo amico
Verità inconfutabili e documenti da cui ripartire se si vuole dare un legittimo futuro ad una passione unica, che pochi sanno custodire e praticare. Un primo passo è l’applicazione su scala nazionale dei comprensori alpini.