
La squadra Italiana campionato Europeo pointer 2017
Così lo standard di lavoro del pointer: “L’andatura è di galoppo impetuoso, allungato, velocissimo”.
E, più innanzi: “Più che una cerca si direbbe una corsa sfrenata…”. Meglio che non lo sembri. E, se lo sembra, meglio che chi giudica sappia distinguere quel che sembra da quel che dev’essere.
Solaro, nel Disegno dei Caratteri Etnici: “Galoppatore instancabile, di animo impetuoso…”. Meglio se l’aggettivo è riferito all’animo che al galoppo: si corre meno il rischio di confondere l’impeto con la foga. Impeto, dal latino impetus. In = contro, pétere= andar verso. “Mihi latis currere campis impetus est”.
Mi sento pervaso dal desiderio di correre per vasti campi. Pubilio Ovidio Nasone (Nasone, manco a farlo apposta) forse era un pointer.
Cicerone: “impetus dicendi”, l’accalorarsi di chi parla. Quanto la foga somigli all’impeto non è dubbio. Non per nulla i dizionari italiano-latino traducono foga con impetus, ardor.
E, in italiano, queste le definizioni del Devoto – Oli: – impeto: “forza che investe in modo violento e indiscriminato”; – foga: “impeto accalorato, fretta indiscriminata”.
Per entrambi i termini, l’aggettivo “indiscriminato”. Per quel che concerne la foga, è aggiunta la “fretta”. E la fretta indiscriminata mal si addice alla sagacia di un canis odorus.
Quel che è certo è che, nell’accezione comune, la foga si colora di furia dissennata.
L’impeto colora di lucida potenza la leggerezza di un galoppo. La foga tinge di avventatezza l’andatura di un cane cui si chiede di cercare al galoppo.
Don Rino Dossena – colto, sensibile, appassionato cultore del pointer da molti molto compianto – auspicava il ritorno a più “solenni” galoppi. Non so quanto l’aggettivo solenne – scelto con cura da Don Rino, che ne accompagnava il suono con un grave, ritmato gesto del braccio – si addica all’andatura di caccia del più veloce dei bracchi, ma mi piace, riferito all’incedere, al portamento, perché rende assolutamente certa la presa di distanza da quella frenesia sconsiderata che fa sconfinar l’impeto nella foga.
Il monito di Don Rino – e, per quel poco che conta, mio – è che s’abbia a far sì, nelle prove, che l’impeto dei nostri cani abbia a dar colore alla lucida determinazione con cui deve essere esercitata la cerca e non ad imbrattare sconsiderati furori, per la gioia di chi non sa più distinguere un nobile Signore del Vento da un ignobile scalmanato fuor di senno.
Francesco Barbaro
Il monito di Don Rino – e, per quel poco che conta, mio – è che s’abbia a far sì, nelle prove, che l’impeto dei nostri cani abbia a dar colore alla lucida determinazione con cui deve essere esercitata la cerca e non ad imbrattare sconsiderati furori, per la gioia di chi non sa più distinguere un nobile Signore del Vento da un ignobile scalmanato fuor di senno.
Concordo pienamente con l’avvocato, grande intenditore del pointer .