CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

Intervista a Bledar Flaga: raccontaci sulla Moratoria “chiusura per sette anni ” della caccia nel paese delle Aquile “Albania”

12822737_580324265466878_497182693_oMaggio 2016 a seguito di notizie provenienti dall’Albania sulla chiusura della caccia già in atto da due anni, e di una sua possibile e ulteriore moratoria di altri cinque anni, ho chiesto all’amico Bledar Flaga che ringrazio, di farci un resoconto sulla situazione caccia nel paese delle Aquile.

Fino al 1995-1996 la fauna cacciabile in Albania era considerata proprietà del popolo e sulla caccia vigevano regole ferree. La stagione venatoria era molto ampia iniziava dal 15 Agosto e terminava al 14 Marzo, ma Il numero dei cacciatori era molto limitato. Inoltre non esistevano le cartucce pre-caricate. Il cacciatore poteva comprare tramite specifica autorizzazione solo 100 bossoli, 100 inneschi e 500 grammi di polvere. In più il cacciatore aveva il compito di abbattere un numero prestabilito di nocivi regolamentato da sistema di punteggi. Bisogna sottolineare che l’inquinamento era pressoché nullo, l’agricoltura era biologica, il territorio fornito di una complessa rete d’irrigazione. Era severamente proibita la caccia alla starna, gallo cedrone e forcello, orso, lince, ecc. Era permessa la caccia al solo fagiano maschio per un periodo molto corto di tempo e non era permesso nessun tipo di richiamo.

Tutto ciò aveva portato in una straordinaria ricchezza faunistica sul territorio. Questo fino alla caduta del comunismo nel 1991-1993 dopo si e assistito in una situazione ridicola di instabilità politico-economica la quale ha lasciato il segno anche sul sistema faunistico. Pian piano, per primi si sono estinti i fagiani e poi anche le starne dalle pianure, una volta molto ricche. Ma per fortuna queste sono scomparse solo dalle pianure. La distruzione del sistema agricolo delle cooperative socialiste, ed i suoi sistemi d’irrigazione, ha portato ad una diminuzione del territorio adatto alle quaglie ed alle starne. Tutto questo abbinato ad una sbagliata legislazione venatoria ha predisposto ad una progressiva diminuzione della fauna stanziale. Al inizio del anno 2014 il nuovo governo Albanese, con l’argomentazione che l’attività venatoria si trovava in uno stato di degrado e la necessità di ideare ed applicare una adeguata legislazione, ha proposto ed ottenuto una moratoria “ chiusura” dell’attività venatoria di qualunque tipo, questo a partire dalla stagione venatoria 2014/2015.12810279_580326275466677_523300702_o

Lo stato della caccia prima della moratoria:

La legislazione sulla caccia albanese dal 2010 ad oggi è stata una mescola delle legislazioni francese e bulgara. La legislazione non tenendo conto della tradizione, del territorio e della cultura popolare, ha dimostrato di essere teoricamente e praticamente inapplicabile, ma peggiorando le cose, sancisce la commercializzazione della cacciagione. Venendo al dunque, dopo il 2010 ad oggi, la stagione venatoria comincia con un decreto del ministro dell’ambiente, normalmente il 15 di Agosto e termina il 28 di Febbraio. Essendo io un cacciatore che pratica la caccia con il cane da ferma posso parlare con competenza solo per la quaglia, la starna, la coturnice, la beccaccia ed il beccaccino. La stagione di caccia alla quaglia in Albania “ante moratoria” iniziava il 15 di Agosto senza stabilire una data di scadenza, la quale se non ricordo male prima del 2010, era stabilita per il 15 di Ottobre. Con questo sistema la povera quaglia veniva cacciata dall’apertura fino nel tardo inverno, ma cosi facendo si danneggia la popolazione svernante. A tutto questo, si è aggiunta la caccia con l’ausilio di richiami acustici elettronici, da noi sconosciuta fino a qualche anno fa, i due fattori cumulati hanno portato ad una progressiva diminuzione delle quaglie. Dopo l’entrata in vigore della moratoria, anche se non applicata alla perfezione, teoricamente si sono create le condizioni ideali per una ripresa della selvaggina. Ma per ora cosi non è stato per la quaglia, dimostrando che questa è molto sensibile alle variazioni climatiche ed alla siccità, forse anche di più di quanto possa incidere la pressione venatoria. In realtà nella stagione 2014-2015 la presenza di quaglie è stata abbastanza abbondante, ma nella stagione 2015-2016 più secca e calda la situazione e stata deludente. Detto ciò, guardando ai miei 30 anni di pratica venatoria, da quando mio padre ha iniziato a portarmi appresso, mi rendo conto di una diminuzione progressiva della presenza di quaglie.

La beccaccia in Albania arriva alla fine di Ottobre ed inizio di Novembre da due diverse direzioni, da nord e da est. Questa da noi è specie sia svernante, sia migrante. L’arrivo e l’abbondanza dipendono moltissimo dal meteo che si verifica nel centro e nel est Europa. Con i cambiamenti climatici di qui tutti ci rendiamo conto, la sua presenza è in graduale diminuzione, le cause sono note. La beccaccia viene cacciata con il cane da ferma di solito in gruppi di 3-4 cacciatori, raramente in solitudine, cacciarla da solo è per me il metodo migliore. La beccaccia viene danneggiata molto cacciandola con metodi proibiti per legge, alla posta e di notte, al pascolo con l’ausilio di forti luci. Durante l’attuale moratoria o ”chiusura temporanea”, il bracconaggio con metodi proibiti è diminuito di molto, direi che è quasi scomparso del tutto. Ma nonostante questi due anni trascorsi con la caccia chiusa, anche per la beccaccia si percepisce una graduale diminuzione delle sua presenze sul territorio. Specialmente nella stagione 2015-2016 si è notata una decisa diminuzione degli esemplari presenti. Ma si è registrato pure una persistente presenza di beccacce in alta quota 1200-1400 m, per gran parte del inverno, da me e da altri cacciatori constatata e mai vista prima. Un altro fatto notato quest’anno è stato l’arrivo tardivo e la partenza precoce. Per esempio nello stesso identico posto il 28.02.2016 ne ho trovato solo una, mentre il 08.03.2015 ne avevo trovate 7.

Per la caccia alla coturnice il discorso cambia un po’. In tutto il territorio montuoso al 75% è presente la coturnice (alectoris graeca), la quale un tempo era molto numerosa. Questa consistenza era dovuto alla scarsa pressione venatoria ed alla coltura degli terreni montuosi. Favorita dal tipo del terreno Albanese la coturnice continua ad resistere alla grande pressione venatoria e all’abbandono delle terre e dei pascoli montani. La stagione venatoria per la coturnice inizia il 15 di Ottobre fino al 30 Dicembre. La caccia a causa del tipo del terreno roccioso e molto aspro è in se molto difficile sia per il cane che per il cacciatore. Abitualmente la coturnice viene cacciata con l’ausilio del cane da ferma con squadre composte da 3-4 cacciatori camminando in parallelo come i denti di un pettine a traverso la vegetazione della parete montuosa non lasciando molto scampo al nobile volatile il quale ha ormai imparato a vivere in terreni impervi, vicino ai burroni e ad essere molto nervoso. Questo tipo di caccia lo reputo non sportivo e per nulla leale verso la regina della montagna. Io preferisco cacciare in solitudine per l’intera giornata, solo in compagnia del mio cane e senza l’ausilio di congegni tecnologici al suo collo. Nel attuale stato delle cose la caccia alla coturnice in solitudine è l’essenza del definirsi cacciatore. Dopo due anni di moratoria la coturnice ha aumentato la sua presenza ed ormai si e avvistata anche in luoghi dove era da tempo scomparse. In poche parole la moratoria e stata una svolta positiva per la coturnice. La caccia alla starna invece rimane proibita per legge. Ma nello stato attuale la sua presenza è comunque molto rara ed isolata nelle zone collinari e montuose di difficile accesso.

Il beccaccino è presente in Albania in numero stabile come specie svernante e migrante. Il territorio albanese non è molto adatto alla sua presenza, ma la scarsa pressione venatoria dovuta principalmente alla non conoscenza del tipo di caccia giocano a suo favore.

Infine due parole sulla caccia turistica ed il futuro incerto della caccia in Albania. Prima del 2010 la legge albanese sulla caccia prevedeva che l’attività di turismo venatorio si poteva svolgere solo su selvaggina migratoria. Nel 2010 si e approvata una nuova legge la quale prevedeva lo svolgersi del attività di turismo venatorio sia sulla selvaggina stanziale che migratoria, poneva però dei limiti e il pagamento di tasse. Questa nuova pratica  non è stata controllato a dovere, e in questo clima ci sono stati degli abusi. Ma tali abusi da parte degli cacciatori stranieri, in maggioranza italiani che pagando riuscivano ad eludere i controlli, hanno danneggiato più l’immagine e la percezione pubblica del mondo venatorio che la fauna dell’ Albania.

Per finire bisogna ammettere che l’attività venatoria in Albania si è evoluta ad immagine e somiglianza della cultura venatoria italiana. Questo concetto si rafforza guardando alla terminologia venatoria albanese, la quale in gran parte è composta da parole provenienti dalla lingua italiana. Ma con le cose buone, sono arrivate anche le meno buone, come i richiami elettronici, la commercializzazione dell’attività venatoria e la corruzione del personale forestale. Ora l’attività venatoria in Albania si trova in un incrocio di dilemmi esistenziali ed un futuro incerto.

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1 Comment

  1. nicola d'avelli

    hanno fatto bene

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