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QUALCUNO LA DEFINISCE “LA GRANDE UTOPIA” PER CACCIATORI DI MONTAGNA E DI BECCACCE E’  “LA GRANDE SPERANZA” ovvero LA RICERCA DEL CAMPIONE VERO, DEL CACCIATORE ETICO E DELLA STARNA ITALICA

Partire da soggetti che a caccia abbiano dato dimostrazione di grandissime doti, testati su animali veri, dal beccaccino al gallo forcello, su veri terreni di caccia, visti e giudicati dai migliori giudici, pensiamo sia un modo per cercare seriamente soggetti che possano diventare il punto di riferimento per il mondo della caccia, riportando la cinofilia, come lo era alle sue origini, al servizio dei cacciatori.

Noi pensiamo che fra bravi cani da caccia e selvaggina vera esista un connubio imprescindibile, che l’uno non possa esistere senza l’altra, la selvaggina vera fa crescere la cinofilia e i cani cresciuti a pane e selvaggina vera, costituiscono la vera essenza della caccia, e contribuiscono indirettamente, ma secondo noi in modo significativo, ad un sempre maggior rispetto verso la selvaggina stessa.

Cercare di reintrodurre animali un tempo presenti sul nostro territorio ed ora scomparsi, come sta cercando di fare attraverso un progetto scientifico, deve far parte dei compiti che cinofili e cacciatori in genere si devono porre, non per manie conservatrici, che non fan parte del nostro D.N.A., ma per pura convenienza, per poter avere dei grandi cani e quindi poter cacciare con entusiasmo e con piena soddisfazione, usando ovviamente grande intelligenza nei prelievi, a differenza di quanto purtroppo è stato fatto nel recente passato. Ma allora qualcuno potrebbe obbiettare: perché 40-50 anni fa quando le nostre colline erano piene di starne da nord a sud, non avevamo grandi cani o almeno non più grandi di quanto non abbiamo oggi?

1°) La selvaggina era presente sul territorio in grande quantità e paradossalmente proprio per questo motivo il cane non era ritenuto così importante come lo riteniamo noi, solo un’esigua minoranza coltivava il culto della caccia legato strettamente alle azioni del cane, la maggior parte andava a caccia per uccidere il maggior numero di selvaggina e la bravura di un cacciatore si misurava sul numero delle prede abbattute, non importa come. Di conseguenza solo una cerchia ristretta, coltivava la cinofilia e quindi la selezione dei migliori soggetti. Oggi possiamo far conto su una platea molto più vasta e per certi aspetti più esigente e questo almeno statisticamente, dovrebbe aiutare ad avere soggetti migliori.

2°) Oggi, abbiamo soggetti che grazie alla selezione genetica fatta con criteri sicuramente più scientifici, hanno delle caratteristiche sia morfologiche sia comportamentali, potenzialmente miglior. Grazie ad una alimentazione più corretta, abbiamo soggetti che crescono meglio, esaltando e sviluppando meglio fisico e doti che il suo patrimonio genetico gli ha messo potenzialmente a disposizione. Le medicine che possiamo riservare ai nostri cani, aiutano in modo importante la crescita e lo sviluppo e la prevenzione di patologie che anche se non sempre mortali, provocavano delle menomazioni che riducevano le doti a volte determinanti di un cane da caccia .

3°) Oggi con i soggetti che abbiamo con una potenzialità, nettamente superiore dei soggetti di 40 -50 anni fa, se gli offrissimo della vera, selvaggina come quei cani ebbero invece a disposizione, sono convinto che potremmo assistere a spettacoli di cinofilia e di caccia veramente sublimi. Proprio da queste considerazioni che per lungo tempo ci sono frullate nella testa, alla fine è scaturita questa idea che tutti hanno definito:

LA GRANDE UTOPIA”, ma viceversa noi vorremmo definire “LA GRANDE SPERANZA” ovvero l’idea di cercare, se esiste, il “CAMPIONE VERO” testato su tutti i più bei terreni di caccia con i più importanti animali che si possono cacciare con il cane da ferma. “IL CACCIATORE MODERNO, ETICO” colui che nel terzo millennio dove la tecnologia impera e quando questa esiste si usa, caccia per passione, ma con intelligenza nei prelievi. Tuttavia questa tecnologia è sbilanciata, nei confronti della selvaggina, che aimè ha sempre solo le stesse possibilità per difendersi. Allora è proprio oggi, che serve ancora più che in passato “RINTRODURRE LA STARNA ITALICA” anche per ridurre la pressione sulla beccaccia.

 Cacciatori di montagna e di beccacce ha un qualche potere mediatico  pertanto può lanciare messaggi, condividere riflessioni, farsi portavoce, tentare di fare opinione, supportare progetti.

Siamo consapevoli della grande difficoltà che s’incontrano nel tentare di realizzare progetti, per ogni progetto servono idee, uomini e strumenti.  Le idee non sono difficili da trovare, gli uomini pure ci sono, che disarma è la difficoltà di realizzare. Setter foto vuole essere uno strumento, d’informazione, di collegamento, di scambio di opinioni.

Speriamo prossimamente di darvi informazioni su iniziative concrete, che riguardino questi tre filoni: Le prove al fine della selezione, l’etica a caccia nell’era tecnologica, il ripopolamento in Italia di selvaggina autoctona e selvatica. Utopia, forse, però é anche vero ( e la storia lo insegna ) che è proprio dalle grandi utopie o dalle grandi speranze, che sono nate talvolta le cose più interessanti.