Vi è chi afferma che il cane buono per tutte le cacce «non esiste». Se fosse vero che non esiste il cane da ferma generico starebbero freschi tutti coloro che ne hanno bisogno, e sono in tanti! Fortunatamente invece se ne trovano ancora.

Il cacciatore che intende scegliere un cucciolo per farne un buon cane, deve indiscutibilmente contenere la sua scelta fra le razze pure. Soltanto cosi potrà avere le maggiori probabilità di assicurarsi il possesso di un buon cane da ferma tipico di razza e decoroso nell’aspetto. Il soggetto dotato delle migliori qualità venatorie dovrà però cercarlo soltanto fra i rampolli nati da genitori di provate qualità di lavoro eccelse, molto esercitati in caccia. Se è possibile accertare elette qualità di lavoro degli avi e degli altri antenati del cucciolo sarà questa una garanzia di riuscita del rampollo.

Dovendo scegliere in una cucciolata di qualunque razza si può dare la preferenza al colore del pelo, alla figura della maschera facciale ed alla disposizione delle grandi macchie preferite dal gusto proprio. Le picchiettature non si vedranno che dopo qualche mese dalla nascita.

Si può badare che il cucciolo non abbia difetti gravi o anomalie nella conformazione con speciale attenzione alle gambe, ai piedi, alla coda, alle labbra, alle orecchie; che sia ben nutrito e col pelo lucido; scartate quelli con grosse ernie ombelicali, o con qualsiasi traccia di rachitismo.

Quando i cuccioli sono sui due mesi di età si può già badare al più vivace, al più forte nel sopraffare i fratelli nel gioco, al più pronto nell’assicurarsi il miglior pasto, quello che mostra l’occhio più espressivo e che rivela qualche indizio di maggiore iniziativa.

Dopo tutto ciò può accadere che, col tempo, il cucciolo che si presentava come il più promettente riesca il peggiore dei suoi fratelli, e cosi il viceversa; il cucciolo E sempre una incognita nella riuscita fino a sviluppo completo.

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Molto più sicuro affidamento di riuscita può dare invece il cucciolone sugli otto-dieci mesi, scelto con buon criterio. I caratteri di razza, le proporzioni di sviluppo, l’armonia delle forme, sono già ben dichiarati; bisognerà guardare allo stato di nutrizione, alla lucentezza del pelo, all’assenza assoluta di tracce dei disturbi intestinali cronici e dei comuni segni di rachitismo (gozzo, gonfiore alla giunture degli arti, appiombi scorretti, nodosità alle false coste ecc). Non dovrà mancare una incontenibile frenesia di correre in cerca risolutamente sopra qualsiasi area superando con coraggio tutti gli ostacoli di fossi, siepi, dislivelli ecc. con movimento sciolto, con portamento di testa alta, naso al vento sempre in atteggiamento di assaggiare le correnti. Si possono già notare le manifestazioni del temperamento come si possono già rilevare, con l’osservazione attenta, le anormalità della impressionabilità delle reazioni alle impressioni percepite con la vista, con l’udito, col tatto.

Fino dall’età di cinque-sei mesi i soggetti precoci rivelano la passione per la cerca, per la ferma, per la guidata e rivelano anche uno stile non dissimile da quello del cane adulto.

E’ vero che alcuni cuccioloni sono tardivi nel rivelare le loro qualità di lavoro; se ne possono vedere di quelli che fino ai due anni di età non danno segno di essere cani da caccia e poi, di colpo, si rivelano soggetti di ottima qualità. Non si può dunque affermare che non vi sia più nulla da sperare quando sui venti mesi di età un cane non abbia ancora rivelato le sue possibilità venatorie; ma se noi consideriamo che, in via normale, un cane da ferma verso i dieci anni o poco più ha finito la sua carriera di lavoro, viene da domandarsi se convenga attendere la rivelazione delle qualità fino ai due anni di età.

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Per mia opinione personale sono sempre stato propenso a concedere la preferenza ai soggetti precoci nel lavoro.

Di regola un cucciolone di buon avvenire portato sul terreno all’aperto sugli otto, dieci mesi di età, si comporta come un adulto. Sull’incontro segna, ferma, avanza in guidata, si comporta come un adulto, eccetto che nelle manovre di scaltrezza in cui può essere ingannato dal selvatico.

Si può dunque già sugli otto-dieci mesi osservare lo stile di lavoro, valutare la finezza di olfatto, giudicare di molte risorse proprie del soggetto.

Un caposaldo da osservare nella scelta del cucciolo come del cucciolone è quello di non fondare speranze sopra un soggetto male conformato, in cattivo stato di nutrizione, con segni di rachitismo. Sono sempre da scartare i temperamenti eccessivamente timidi, tutti i permalosi, quelli che dimostrano anormalità nella sensibilità e bisogna andar cauti nell’accettare quelli caparbi.

Purtroppo sulla totalità dei cani di gran classe i temperamenti difficili non sono rari; In ogni caso volendo tentare l’educazione di un temperamento un po’ difficile bisogna almeno accertare che possieda qualità venatorie superlative che in certo qual modo valgano ad incoraggiare il maggior lavoro di addestramento ed il rischio che si corre di sciuparlo.

Come si sceglie il soggetto adulto.

Procedimento da seguire per accertare tutte le sue qualità: una settimana di prova rivela ogni suo pregio ed i suoi difetti capitali. Soltanto cosi si può decidere coscientemente, senza correre la sorte della fortuna, sulla convenienza di acquistarlo purché in quella settimana di prova si faccia molto esercizio di caccia sopra terreni svariati a specie diverse di selvatici.

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Tutto ciò, s’intende, si potrà fare per l’acquisto di un cane esercitato in caccia alla meglio come comunemente si usa compendiando l’educazione pratica in un sufficiente grado di ubbidienza ed un discreto riporto.

Ma quando si trattasse della validità di un cane di buon sangue, addestrato alle finezze del «terra* con le relative correttezze, quale sarà il venditore che si arrischierà ad affidarlo in prova nelle mani di un aspirante acquirente? Bisognerebbe per lo meno che il venditore potesse preventivamente sottoporre ad un esame teorico-pratico l’acquirente sulle cognizioni venatorie che possiede e sull’abituale suo comportamento in caccia.

Quando poi un cacciatore viene a trovarsi In possesso di un buon cane adulto di razza pura, decoroso di aspetto, sano e di ottime qualità venatorie senza manchevolezze notevoli e di suo pieno gradimento. lo tenga ben caro come cosa molto preziosa, molto rara, e cerchi con somma cura di conservarlo a lungo poiché una tale fortuna capita poche volte nella vita di un cacciatore, e non tutti hanno la ventura di afferrarla anche una sola volta.

Con ciò voglio dire che nel fare la ricerca del nostro cane da ferma, come lo desideriamo, dovremo quasi sempre chiudere un occhio su qualche difetto o qualche deficienza compensata da altre buone qualità emergenti.

Se noi non siamo disposti a rinunziare a qualche nostra esigenza personale, per quanto giustificata da un’onesta aspirazione del meglio, dovremo passare dei lunghi periodi della nostra vita nell’insoddisfazione col pensiero rivolto ad un sogno difficile da realizzare.

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