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In prima battuta, ribadisco che a mio parere, i Social sono solo una multiforme esternazione della vita reale; ci sono delle differenze sicuramente, ma gravitanti intorno all’assenza del contatto diretto. Un’altra precisazione che faccio è che la mia predilezione va al cane di razza, pur essendo un’invenzione umana e pur essendo spesso, oggetto di “sfruttamento” da parte di individui che per me hanno solo connotazione negativa; ma non viviamo nel mondo delle favole quindi, in questo panorama Gandhi ad esempio, appare solo come un ologramma ben lontano dalla vita di tutti i giorni. Eppure, sarebbe semplicissimo e del tutto naturale, vivere secondo i principi di rispetto, lealtà, equità, mutuo soccorso ecc. ecc. Non mi dilungo perché non è l’argomento principe di ciò che voglio dire, anche se correlato.

Faccio anche un’altra precisazione, oltre alla mia preferenza del cane di razza: per me i cani e gli esseri viventi in generale, hanno tutti gli stessi diritti, siano essi di blasonata provenienza (da noi creata e attribuita), oppure di ignota provenienza e dalle condizioni di vita difficili e spesso agli estremi della sopravvivenza. Poiché noi come razza umana ci attribuiamo sempre grandi doti, siamo altamente elogiativi nei nostri confronti, spesso ci sopravvalutiamo addirittura e chissà perché. Tant’è che di fronte ad un cane abbandonato, ad esempio, ci profondiamo in tutta una serie di arcobaleni emotivi che vanno dalla pura compassione, alla pietà, al fare qualcosa in alcuni casi, non sempre; la maggior parte delle volte ci si limita alla pietà: poverino…

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Ma in quanto razza umana cosiddetta superiore, se realmente fossimo superiori dovremmo portare una particolare attenzione a chi è debole e a chi necessita di assistenza. Un cane abbandonato ed in chiara difficoltà, potrebbe essere un chiaro esempio. Molti cinofili sono anche animalisti per fortuna. Ma una grande parte vede ancora il cane come un semplice oggetto da usare e spostare a proprio piacimento e consumo. Il cane da sempre è stato utilizzato dall’uomo dalla notte dei tempi ed il cane come razza si è abituato a questa sua funzione di compiacenza totale.

Ma veniamo ad alcune fette dell’animalismo: se le istituzioni non sono abbastanza accorte e sensibili al problema della tutela animale, perché l’animalismo non si converte ad una visione più nitida e mirata della salvaguardia del benessere animale? Non è più semplice sterilizzare una cagna che produrrà soltanto esseri destinati a morire e anche in modo tragico? Ora ho in mente un esempio che è molto frequente nei Social: una cagna spacciata di una cosiddetta razza (ma a vederla avrei tutti i miei dubbi parati davanti), ovviamente senza pedigree, perché viene fatta accoppiare? Nascono dei cuccioli malati, simil-razza o chissà come, venduti a cifre ridicole nei Social, dove tutti si buttano a pesce perché costano poco. Perché gli animalisti non intervengono in queste situazioni? Provare pietà per un cucciolo che a 5 mesi non riesce a muovere il posteriore non serve a niente e farlo nascere mi sembra di una crudeltà inaudita. Dove andrà? Che cure riceverà? Perché non si interviene a monte del problema anziché stare a mettere lacrimucce di emoticon che non servono a niente? Per i cani l’accoppiamento non è vitale, non è una necessità da soddisfare a tutti i costi. Vendere dei cuccioli simil razza a 100 euro l’uno non è un gesto di grande viltà? Noooo, anzi, è una cifra accessibile a tutti. Ci si pone il problema che possono nascere cani malati? No, nessuna risposta a questa domanda perché alcuni seriamente vivono nel mondo delle favole, dove i cani si innamorano, i maschi hanno bisogno di accoppiarsi e i cucciolini quando nascono sono tanto belli… Perciò, quando poi, troviamo su un gruppo che si spaccia di razza, cuccioli di ignota provenienza, senza pedigree, malati e venduti a 100 euro l’uno (un affarone, eh!), non dobbiamo inorridire. L’animalista non è interessato a queste cose, a lui interessa che il prezzo sia basso: “adottate, non comprate!”.