Sembra facile parlare adesso, a stagione conclusa, di un’annata povera di incontri di specie migratorie, ma non è proprio così. Con umiltà di cacciatore con 21 anni di cammino tra campi e boschi, e con tanta voglia di apprendere fin quando avrò la forza di farlo ho letto e ascoltato i “grandi” del nostro mondo, coloro che hanno la fortuna di avventurarsi non solo in Italia, ma anche al di la dei suoi confini, coloro che hanno consumato scarponi a rincorrere beccacce.
Facendo una riflessione tra le letture e le mie esperienze credo che quest’annata sia stata davvero singolare in negativo. Di certo non possiamo considerare solo il clima arido delle aree di svernamento che sicuramente ha segnato la migrazione di tordi e beccacce, non possiamo solo guardare i boschi quasi sempre polverosi per le scarse piogge autunnali ed invernali, ma anche e soprattutto analizzare i fattori che hanno determinato la scarsa riproduzione della beccaccia segnalata dagli studiosi italiani e d’oltralpe.
Di questo argomento non oso parlare, non ne avrei titolo ne tantomeno l’esperienza, mi limito ad analizzare l’andamento in Sicilia. Quest’anno già dall’inizio di ottobre non si prospettava una buona annata, lo si vedeva dai 30° nella nostra regione e da mia moglie che mi chiedeva di andare ancora in spiaggia.

Antonino felice di una buona giornata.
Questi pensieri hanno avuto conferma dalla quasi assenza del selvatico in questione nella seconda decade di ottobre. Gli anni scorsi già dopo il 18/20 di quel mese si riusciva a fare qualche incontro, invece quest’anno poco o nulla!
Le prime si iniziarono a vedere dopo il 2 novembre, primi abbattimenti e prime adulte incarnierate, sembra tutto normale ed invece no! Seguono giornate con pochi incontri e quasi nella totalità soggetti adulti. In Sicilia avviene persino un abbattimento di una beccaccia adulta inanellata in Russia nell’areale moscovita.
Aspettando il “famoso” ponte dell’immacolata che, negli anni passati, è stato sempre caratterizzato da un passo particolarmente abbondante si è continuato con lo stesso trend, persino nei valichi montani dell’isola, nei quali si sono svolte gare cinofile, non ci sono stati incontri degni di nota.
Dopo l’8 dicembre qualche incontro in più, ma forse perché nel frattempo qualche nevicata al centro-sud Italia ha fatto spostare quelle poche beccacce lì presenti. Tutto ciò conferma i dati immessi in rete dai centri di studio di migrazione della beccaccia i quali affermavano della bassa presenza di giovani e della scarsa migrazione della specie.
Concludo questa mia disamina associandomi a quanto coraggiosamente detto da Giacomo Cretti, annate simili devono fare riflettere il cacciatore che, primo cultore della natura e dell’ambiente, dovrebbe limitare la sua voglia di fare carniere e pensare al futuro! Soltanto così potremmo garantire una vita alla nostra passione e potremmo difendere la caccia per chi verrà dopo di noi.
Sperando che il 2018 sia un anno migliore alziamo la voce affinché possano sentirci tutti e gridiamo “siamo noi stessi i fautori del nostro destino, noi cacciatori veri voltiamo pagina e pensiamo ad una caccia che sia cultura di ambiente”.
Athos Carassai
IL CACCIATORE ….DOVREBBE LIMITARE LA SUA VOGLIA DI FARE CARNIERE.
ALZIAMO LA VOCE …SIAMO NOI STESSI I FAUTORI DEL NOSTRO DESTINO…
Impossibile non sottoscrivere e non sostenere il Suo pensiero Dingo.
Aggiungo.
Isoliamo e scarichiamo la FECCIA INGORDA DI CICCIATORI che ci circonda. Che spera di essere scambiata per cacciatore per mimetismo o appiccicandosi l’etichetta di cinofilo. Termine abusato da coloro che tentano di sdoganare la loro pochezza di sentimenti .
Il,cacciatore del futuro verrà misurato per la sua AFFINITÀ CON LA NATURA.
Athos Carassai