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Bagolino Agosto 2016

Se considero le prese di posizioni dei cacciatori sulla consistenza della selvaggina e a chi fanno risalire le maggiori responsabilità degli abbattimenti, direi che il titolo è perfetto.

Per la maggioranza di chi non si può permettere di cacciare all’estero, questa è la vera responsabile, li si fanno stragi, soprattutto di beccacce.

Per chi la caccia all’estero la fa, le responsabilità maggiori sono da attribuire ai cacciatori Francesi e Italiani, vedi i numeri complessivi delle beccacce uccise in questi paesi.

Tutti ammettono che la vera piaga per la beccaccia è l’aspetto, e allora giù proposte tipo: apriamo la caccia alle otto, ma chi convince i postaioli a uscire cosi tardi?

Pochissimi hanno da obiettare la caccia fatta con il cane, purché sia da ferma, altrimenti serve inventarsi  una qualche regola che lo vieti.

Sono molti i cacciatori che fanno la  caccia con il cane da ferma, la maggioranza di questi sono bravi si comportano bene, ma alcuni non rispettano le regole, cacciano 5 giorni a settimana anche se non è permesso e se un giorno capita l’abbondanza non hanno fine e solo l’arrivo della notte smettono e le beccacce muoiono.

Il bello dei cacciatori italiani è che le responsabilità debbono per forza essere degli altri a secondo della categoria che essi appartengono. Se in Lapponia, si pure li, la selvaggina stanziale comincia a scarseggiare, la colpa e delle nidiate andate male, non dell’aumentata pressione venatoria degli ultimi anni, se pure in Macedonia le starne dureranno poco, presto ci spiegheranno il perché. La verità è che tutti uccidiamo, e siamo in tanti, con possibilità illimitate di cartucce, fuoristrada e tecnologie. Indipendentemente dalla categoria di appartenenza la selvaggina  morta si somma, ma cosi DOVREBBE ESSERE anche per le responsabilità, sono nostre, non delle nidiate andate male o delle regole esistenti che tentano di limitare i danni, semai è il non osservarle le regole che si fanno danni.

Allora la prima distinzione che si dovrebbe fare prima di  addossare le responsabilità è distinguere se si uccide rispettando le leggi o meno.

L’uso dei fonofil e l’aspetto sono illegali e qui è facile, infatti tutti ammettono che questo costume va contrastato, ma sappiamo che nella pratica non è cosi facile e la selvaggina muore. La polemica in atto sulla caccia all’estero, sarebbe presto risolta se queste pratiche non fossero in uso e in particolare se i capi uccisi fossero conteggiati in un carnet  personale.

Credo che una proposta equa sia quella fatta anni fa dal dott. Spanò, certo ci vorrebbe una legge Europea e la collaborazione di tutti, si tratterebbe di segnare con fascette tutti i capi abbattuti sia in Italia che all’estero e raggiunto il limite stabilito dai piani di abbattimento che siano di selvaggina stanziale o migratoria si smette. Non è importante dove si uccide se in Italia o all’estero, in riserva, o in  A.T.C. aggiuntivi, i capi uccisi si sommano e raggiunti i limiti stabiliti e utopisticamente controllati si smette. Catturare trenta beccacce cacciando solo in Italia per tantissimi cacciatori sarebbe il sogno, peraltro esistono limiti regionali molto più bassi, ma farne trenta all’estero e poi cacciare pure in Italia non è equo.

La caccia all’estero non è vietata e per la verità se in Italia non cambia niente sulla nostra gestione sarà sempre più praticata.  Ci vanno diverse categorie di cacciatori, chi ha il cane giovane, chi perché si diverte di più che in Italia e può permetterselo ma si comporta con un etica propria, ma ci sono anche squadracce che non hanno nessuna etica e fanno stragi approfittando delle poche regole che sussistono nei paesi dell’est Europa e di selvaggina ne muore troppa. Abbiamo esportato i nostri vizi anche in questi paesi, la dove l’aspetto alla beccaccia e i fonofil a quaglie non si conoscevano ora sono la regola. In Albania hanno fatto una moratoria dove per 7 anni la caccia è chiusa, e molti amici albanesi ancora stanno a ringraziare, in particolare gli Italiani.

Vorrei solo che si cominciasse a ragionare senza escludersi e addossare solo agli altri le cause della selvaggina morta. Quella che  muore nella stragrande maggioranza è uccisa da chi ha un porto d’armi, siamo noi sia in Italia sia all’estero, all’aspetto, con il cane da ferma, per caso andando a siepi. Sforziamoci tutti affinché  venga uccisa solo nel rispetto delle regole.

Per finire cito un’altra varietà nel popolo dei beccacciai che va per la maggiore i giovani e i vecchi: i giovani sono bravi, i vecchi no. Sfatiamo il mito, i vecchi per lo più nel bene e nel male, hanno fatto la loro parte, ma da vecchi la sensibilità per la vita aumenta e vedere la morte un po’ li turba e diventano migliori.  Si sa è una ruota che gira, i vecchi smettono e i giovani invecchiano, ma generalizzare è sempre sbagliato. 

Conclusione il mondo vario sarà pure bello, ma bisogna vedere se dura.