cropped-locandina_50x70.jpgTutte le razze sono in grado di fornire ottimi cani da montagna e da beccacce.

Scelga ciascuno secondo gusto, ma ricordi che ha da essere un cane, forte e leggero, determinato e prudente, energico e saggio, intraprendente e collaborante. Il cane da ferma: un naso con quattro gambe sotto per il trasporto e un cervello sopra per indirizzare dove portare il naso. Non so perchè, ma nessuno parla più di naso, come se fosse un optional, e non si parla che di prestazioni atletiche, dimenticando che la prestazione, per un cane da ferma è fermare, come per un cane da corsa è correre, da riporto riportare, da cerca trovare. E, siccome si ferma col naso, non si comprende cos’altro, il cane da ferma, debba portare a spasso.

Io ho incarico di occuparmi del telaio e mi par doverosa una premessa: per perfetta che sia la costruzione, se mancano sagacia, intraprendenza, tempra e naso, non si va da nessuna parte. Tanto meno in montagna o a beccacce. A beccacce può essere dura. La montagna è dura sempre. Il treno posteriore, prima di tutto. Ha ragione Villa: senza la spinta determinante degli arti pelvici non si va da nessuna parte. Larga coscia, perché lunga ha da esser la groppa, rilevante tono muscolare (non determinato soltanto dall’esercizio), garretti bassi, tendine d’Achille in evidenza e, per le razze di sangue, l’evidenza della safena esterna è segno di finezza e la finezza non è solo pretesto per vani estetismi: è sorella della nevrilità.

Larga e lunga la groppa, che non serve solo a trasmettere la spinta del posteriore, ma concorre a determinarla: glutei (rilevante quello medio) e psoas non sono là per bellezza. La regione dorso – lombare sia di assoluta solidità e sulla funzione della spina dorsale non possono sussistere dubbi. E, se vi viene il dubbio, date un’occhiata a un bassotto che rincorre una lepre e guardate come impiega il rachide. Apofisi vertebrali eminenti e poco adagiate, a garantire favorevole inserimento dei lunghissimi del dorso e del legamento sopraspinoso.

12003135_163235937350319_7550177478939142906_nAttenzione alla cosiddetta “rottura della undicesima vertebra dorsale”: là dove si incontrano le vertebre le cui apofisi sono inclinate con direzione craniale con quelle le cui ipofisi sono inclinate con direzione caudale può verificarsi un cedimento, sempre nocivo e funzionale soltanto al trotto di caccia di bracchi e spinoni. L’arto anteriore. Nessun dubbio che concorra alla spinta: vi basti osservare un cane che arranca e galoppa in salita o che abbassa la testa e vi tira sul guinzaglio per indurvi a muover le chiappe, o alla partenza dei cani da slitta.

Occhio alla inclinazione della spalla e del braccio (cui può influire la qualità dell’impiego) e, ancor più, alla lunghezza dei raggi ossei. Un lungo braccio e un profondo cavo ascellare sono garanzia di ampio passo, potendo contare, il braccio, soltanto su flessione ed estensione. Torace ampio, ma soprattutto ben fatto. Con costole più o meno convesse (meno converse in mesomorfi leggeri, più convesse nei submesomorfi) ma sempre distaccate tra loro e inclinate in direzione caudale, in modo da assicurare ampia possibilità di estensione.

Singolare: lo standard del bracco italiano prescrive convessità più accentuata del torace in prossimità dello sterno. E ci sarà pure un motivo, che, peraltro, mi sfugge. Più importante la forma della dimensione: nessun canide selvatico, selezionato dalla natura che ne sa più di noi, ha torace di grandi dimensioni, ma fatto per funzionare. Vedasi i licaoni, dotati di un apparente toracignucolo, ma in grado di effettuare lunghi inseguimenti al galoppo, in presenza di un clima a dir poco difficile. E così per il lupo, la volpe, il dingo, il coyote.

Il piede, il piede, il piede.

Gli Inglesi: no foot no horse. A dita raccolte, unite, compatte, con unghie forti. Meglio se fortemente pigmentati, polpastrelli ed unghie, entrambi più resistenti se ben pigmentati. Provare per credere. E metacarpi lievemente stesi: se troppo inclinati sono facili a logorarsi, se dritti son quasi sempre seguiti da piede di gatto. Ch’io sappia nessuno standard di cane da ferma prescrive piede di gatto. Per il solo nostro bracco è richiesto piede grosso e rotondo.

Concludo come ho cominciato: se un cane è male o poco solidamente costruito, meglio rinunciare a farne ausiliare da beccacce o da montagna. Ma, per quanto bene e solidamente costruito, risulterà inservibile, se privo di intraprendenza, passione, tempra, sagacia e naso.