CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

Quando la caccia è chiusa, uscire con i cani da ferma è una necessità – di Francesco Materasso.

Oslo della Trabaltana

Oslo della Trabaltana

Se la caccia è uno sport, cani e beccacciai sono atleti e in quanto tali non possono essere stoppati con il 31 gennaio per poi ripartire con il mese di settembre. Una stasi così lunga ti rovinerebbe nel fisico e nella mente. Più volte ho confessato che non obbedisco a tale norma.

Continuo ad autodenunciarmi e a maledire, a nome dei miei cani ed il mio personale, quei supponenti rappresentanti dell’associazionismo e della cinofilia di categoria, perché nulla fanno a che si inserisca tale licenza, fra l’altro possibile, nei calendari venatori.

Eppure la legge 157/92, all’art. 10, comma E, conferisce alle Regioni la podestà di legalizzare tale attività con piccole ed opportune modifiche relativamente alla normativa sull’addestramento dei cani, fino al mese di marzo. Alcune province della Liguria, come Genova, la Spezia e Savona, già lo fanno. Non mi è dato sapere se altre Province si sono allineate a tale realtà.

Senza ricorrere ad alcun scientismo, gestionale: in particolare laddove c’è poca presenza di selvaggina stanziale, o addirittura, dove non ne esiste proprio. Per un cane beccaccista, poter continuare ad incontrare qualche beccaccia di ripasso, è straordinariamente positivo per affinare le sue capacità, e per i giovani è l’iniziazione.

Per iniziare, rifinire e completare ausiliari eccellenti occorrono animali eccellenti, non animali di voliera: puzzolenti. Sorge il sospetto che tale divieto voglia favorire le zone di addestramento cani, le cosiddette Z.A.C.: molte delle quali risultano essere zone di rovinamento cani per difetto di estensione territoriale e di gestione.

Pensate: nella regione Calabria, così come in tante altre, bastano solo 3 ettari per averne una in concessione. Conseguenze inconfutabili: gare e prove, con o senza l’abbattimento del selvatico, per il solo amore di far cassa……. altro che recupero dei territori marginali. Gli incontri e i dibattiti in materia di cinofilia e di ambiente finalizzati all’educazione venatoria sono, poi, del tutto assenti: qui si è tradito lo spirito della legge istitutiva. Con il bene placido di chi dovrebbe sorvegliare, così come statuito per legge e secondo i variegati piani faunistici venatori provinciali.

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1 Comment

  1. giambattista zolin

    assolutamente d’accordo, e non solo fino a marzo ma cani e uomini devono avere la possibilità di continuare la loro attività anche se solo fisica. Cani di qualsiasi razza (non da caccia) hanno facoltà di muoversi durante tutto l’anno in qualsiasi terreno. I cani da caccia NO. Sono forse figli di un dio minore?

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