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Giorgio e Anita

Quando sono d’entrata le beccacce, normalmente, sono poco pedinatrici, preferiscono puntare sul mimetismo per disorientare l’eventuale predatore. Loro non sanno ad esempio che un cane da ferma, proprio perché è stato selezionato anche per quel compito (trovare la selvaggina e fermarla), non fa altro che aspettare il proprietario che, col fucile, lo possa servire. La beccaccia in questi casi punta lì in quel suo rifugio che ritiene sicuro e, con l’immobilismo, si augura di eludere il cane che è spesso ad una distanza tale che se si azzardasse a tentare di prenderla, Lei se ne andrebbe senza tante difficoltà. Infatti, sono rarissimi i casi in cui un cane da ferma riesce a prendere una beccaccia non ferita con i denti.

A me in tanti anni è capitato qualche volta, ma forse solo in un paio di casi lei era veramente sana. Negli altri sei o sette episodi, ho sempre avuto il dubbio che potesse avere un pallino in corpo dai giorni precedenti. Soprattutto ricordo un gruppo di clienti che amava cacciare con del piombo del 13 e, la settimana successiva alla loro dipartita, il mio Buch ne prese tre da solo. Per me erano beccacce ferite con quel piombo assolutamente inadeguato! E chissà quante altre ne avevano ferite subendo un’ingiusta morte lenta. Il piombo minimo che mi sento di poter consigliare è il 10, ma io uso normalmente il 9 e in certi periodi l’8. La beccaccia è una buona incassatrice, ma ha il problema che deve affrontare pallini sparati tra gli otto e i quindici metri, con ancora intatta tutta la loro potenza e poi la regina ha un’apertura alare ampia, molto più ampia ad esempio di un cotorno, di una starna o di una pernice rossa, quindi la sua vulnerabilità spesso è dovuta a questo, le ali. Pallini piccoli con ali ampie ed il successo della fucilata è a volte scontato, anzi sarebbe scontato se non intervenisse il fattore emotivo! Sì, spesso è l’emozione che ci frega, anche per chi come me ha cacciato e sparato molte beccacce nella sua vita di cacciatore professionista.

Una beccaccia fermata da un cane giovane, magari la sua prima, è un’emozione forte per chi, come me ama crescere qualche cucciolo. In quanti mi hanno raccontato di aver sbagliato la prima beccaccia fermata dal cane giovane! E la prima beccaccia dell’annata? Spesso se ne va illesa: la guardiamo, vogliamo capire in quella frazione di secondo se è proprio lei, se finalmente hanno iniziato ad entrare e i nostri colpi finiscono facilmente sotto e dietro. Poi noi cacciatori, noi beccacciai, siamo bravi a trovare scuse per quella padella: un piede messo male, un ramo nel mezzo, il sole, il cappello sugli occhi! Sai non sapevo dov’eri piazzato; volava bassa proprio davanti alla testa del cane ed io per non colpirlo gliele ho fatte sopra; mi è partita lunga (20 metri che è invece un tiro ravvicinato!) e così via. E poi quelle cartucce che sono sempre andate bene, con questo caldo chissà, non vanno!

Le beccacce molte volte sono leggere, nel senso che al minimo rumore se ne vanno e noi troviamo il cane fermo, mentre Lei non c’è più. Quando se ne va? Perché quasi mai, per non dire mai, la vediamo mentre se ne va prima? E’ semplice dare questa risposta: La beccaccia se ne va molto prima del nostro arrivo! E cos’è che la fa diventare così leggera? Tutti i beccacciai, o perlomeno quasi tutti, sono pronti ad affermare che quelle beccacce lì, sono diventate così leggere perché insidiate ogni giorno dai cacciatori, dai loro cani e pure da quelli dei lepraioli o dei cinghialai. Perché hanno già preso delle fucilate, hanno memoria di quel pericolo ed anzi, sono rimaste così scioccate che, se hanno sentito i rumori del cacciatore che faceva scendere i cani dalla macchina, al suono dello sportello dell’auto che sbatte, se ne vanno subito in rimesse improbabili. Se tutte queste teorie fossero esatte o anche solo in parte esatte, come spieghereste ciò che è capitato a me e anche più volte?! Sono in Crimea e quella mattina decido di andare. assieme alla mia Guida di fiducia, ad esplorare delle zone non ancora utilizzate per poi eventualmente, mandarci i clienti. Prendo su il mio Buch che avrà fermato e visto nella sua vita più di mille beccacce.

E’ fine novembre. Fatti 50 km, scendiamo ai piedi di una montagna bellissima, che conosco bene e che dal livello del mare arrivo fino a 1100 metri di altezza. Non ho il fucile, metto il campano a Buch ed inizio a salire. La montagna sulla mia destra finisce in un canyon a picco su dei calanchi di terra chiarissima, quasi bianca e lungo questo salto si sviluppa una carraia abbandonata che rimane spesso più alta rispetto alla vallata che io esplorerò. La mia Guida Sasha camminerà coi piedi sulla carraia per tenere gli occhi sul rumore del campano del mio Buch. Dopo pochi minuti Sasha mi urla beccaccia! Ed io non vedo niente, ma dopo un po’ Buch è fermo. Lo vado a servire, ma Lei non c’è più. Dopo un po’ risento Sasha che urla beccaccia! Il campano di Buch sparisce ancora, ma Lei non c’è più. Queste scene si ripetono otto, dieci volte ed io non vedo mai niente, Buch ferma i fantasmi e Sasha urla Beccaccia! Ho il cane con gli occhi fuori dalla testa! Gira come un assassino, ferma e molla e riferma moltissime volte. Buch non ferma falso e se lo fa è solo su una calda freschissima, ma per fortuna queste ferme le risolve in fretta senza perdere troppo tempo. Sono agitato anch’io, anzi proprio innervosito e quasi stento a credere che Sasha veda davvero tutte quelle beccacce! Lascio Buch al suo destino e vado a raggiungere Sasha sulla carraia e lì finalmente vedo per la prima volta ciò che mi ricapiterà in Crimea di rivedere diverse volte, in esplorazione come a caccia: la montagna era piena, anzi stretta di beccacce, ma tutte inavvicinabili! Buch girava e loro, nel sentire il campano, se ne andavano ben prima che il cane potesse arrivare a meno di cento metri da loro! E dove volavano? In sù, verso l’alto, sparendo tra una nebbiolina fatta di nuvole che avvolgeva le cime della montagna dov’erano abetaie giovani e fitte. Volavano per centinaia di metri sparendo alla nostra vista. Rimesse impossibili da battezzare a caccia! Quel giorno provai naturalmente anche a togliere il campano al cane, ma la situazione andò perfino a peggiorare se possibile, perché Sasha continuava ad urlare beccaccia ed io oltre che a non vederne neppure una volare, non sapevo neppure più dove diavolo girasse Buch! Ad un certo punto ne ebbi a sufficienza di farmi prendere in giro da tutte quelle regine dispettose e con difficoltà legai il mio Buch, che aveva il coltello tra i canini e ce ne tornammo in macchina. Sasha era allibito, come me. Quelle beccacce erano assolutamente vergini. Mai nessuno quell’anno le aveva insidiate con nulla, nè con un cane, nè con un fucile. Ma cos’avessero dentro al cuore per fare in quel modo, resta un mistero, perché provammo ad ipotizzare che avessero sentito una perturbazione in arrivo e fossero nervose per quello e che forse si preparavano ad andarsene, ma dove poi? Di fronte avevano il mare e lì la temperatura era gradevole, come quasi sempre ad Alustha, perché è la costa Sud della Crimea.

La sera racconto tutto agli amici. Erano andati bene anche quel giorno, perché ogni coppia di cacciatori aveva trovato 15-20 beccacce, ma erano lì già da otto giorni e ne dovevano fare ancora sei ed in loro c’era il desiderio di cambiare territori. “Ragazzi, vi porto là. E’ pieno di beccacce incazzate, ma chissà cosa succede domani. Prendo la mia doppietta, e proviamo a mettergli il sale sulla coda?”. Come bambini eccitati la notte prima dell’arrivo di Babbo Natale, andammo a letto con l’agitazione nel petto. Ed ecco quello che mai avrei scommesso sarebbe successo! Le beccacce, numerosissime come il giorno prima, con le stesse identiche condizioni di tempo, si facevano pestare dai cani! Non volevano volare! Puntavano davanti ai cani in ferma e, per farle volare, bisognava tirargli di tutto! Cacciammo su quella bellissima montagna per tutti i successivi cinque giorni, con grande soddisfazione di tutti e le beccacce si comportarono in modo normale. Alcune stavano ferme, altre camminavano un po’, altre moltissimo ed alcune se ne andavano prima che arrivassero i cani. Un gran divertimento! Cari amici, chi crede di sapere tutto sulle beccacce e spara sentenze, a volte si morda la lingua! Il silenzio è d’oro…

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