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 IL TERRITORIO RURALE ITALIANO
Il territorio rurale italiano si caratterizza per la sua enorme diversità non solo dal punto di vista geomorfologico, ma anche per le caratteristiche economico-produttive e sociali, per la qualità delle produzioni agroalimentari, nonché per la diversità e la ricchezza del patrimonio naturale, culturale e paesaggistico.

Le aree rurali italiane rivestono, inoltre, una particolare importanza sotto il profilo ambientale, con particolare riferimento al notevole patrimonio di biodiversità che le caratterizza. In esse si concentra circa il 90% della superficie protetta italiane e oltre l’85% delle aree Natura 2000, per una superficie complessiva superiore ai 3,5 milioni di ettari, con un’incidenza sulla superficie totale di oltre il 30%. Di questo, il 20-25% è interessato dall’agricoltura, ed in particolare da prati e pascoli. Per cercare di cogliere tale diversità, il Piano Strategico Nazionale (PSN) per lo Sviluppo Rurale 2007-2013 ha classificato il territorio nazionale in quattro tipologie di aree  che tengono conto dei rapporti con i più generali processi di sviluppo economico e sociale che caratterizzano il nostro Paese: i Poli urbani (A), le Aree rurali ad agricoltura intensiva (B), le Aree rurali intermedie (C) e le Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo (D).

La popolazione residente nelle aree rurali considerate nel loro complesso si attesta, nel 2006, sulle 33.870.758 unità, che si  concentrano soprattutto nei poli urbani (43% circa della popolazione complessiva). Delle aree rurali, invece, quelle più popolate in termini assoluti sono le aree rurali ad agricoltura intensiva e specializzata, nelle regioni in obiettivo Competitività1 (25%) e quelle intermedie, nelle regioni in obiettivo Convergenza2 (29,5%). Come prevedibile, infine, nelle aree rurali con complessivi problemi di sviluppo, la popolazione incide maggiormente, sui rispettivi totali, nelle regioni Convergenza che non in quelle Competitività. 

Rispetto al 1992, comunque, proprio con riferimento a questa tipologia di area, nelle regioni Convergenza si rileva una contrazione del 5,6% della popolazione, dettata per lo più da una generalizzata mancanza sia di domanda di lavoro, sia di servizi alla popolazione, che caratterizza soprattutto questo gruppo di regioni.

In particolare, le aree con spiccate caratteristiche di ruralità (aree C e D), che rappresentano oltre il 75% della superficie complessiva del nostro Paese e circa il 70% della superficie agricola utilizzata, ospitano
                                                    
 1 Le Regioni in obiettivo  “Competitività” includono: Abruzzo, P.A. di Bolzano, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, P.A. di Trento, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. 
2 Le Regioni in obiettivo “Convergenza” includono: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Per continuare a leggere l’articolo clicca sul link

relazione-sullo-stato-di-attuazione-della-legge-11-febbraio-1992-n-157-attivita_venatoria