Il 12 febbraio 2019 ci ha lasciato Fabio Perco, uno dei tre “Perco” della mia vita! Si perché da quando ho cominciato ad interessarmi con un po’ di serietà di gestione faunistica, in un momento o nell’altro ci si doveva rivolgere ad uno di loro. Il padre avv.Dino, fa parte a sé perché, conosciuto come bravo pittore di fauna selvatica sulla rivista “ Diana “, è stato particolarmente apprezzato come autore, in collaborazione con il figlio Franco, di un agile, ma meraviglioso libretto “Valutare il capriolo” (1970), illustrato di suo pugno in maniera sublime (non posso non citare la tavola riassuntiva del ciclo annuale del Capriolo con tutte le sfumature di colorazione in 9 strisce nei periodi da aprile al marzo seguente). Ebbi occasione di frequentare più volte Franco (laurea in Scienze naturali e Legge) in convegni relativi alla gestione faunistica degli Ungulati, ai Parchi….avendone apprezzato la preparazione, ma anche l’inconfondibile, unico direi, modo di porsi e spiegare le situazioni …oltre alla comune passione per la Caccia.
Completa il quadro delicatamente Fabio, figlio d’arte nel senso più ampio (che ha solo rinunciato alla caccia ad un certo punto, sostituendola ampiamente e costruttivamente con l’ornitologia, la pittura, la ricerca, l’attività accademica e la divulgazione scientifica), piacevole nei rapporti umani, col quale pure ebbi più occasioni di incontrarmi. In particolare ricordo una bella sorpresa che ci fece, si era negli anni ’90, nel venirci a trovare nel greto del Tagliamento, in quel di Osoppo (UD), ove come Club della Beccaccia avevamo organizzato , grazie all’ing. Gianni Chizzola e alla sig. Milla (architetto e cacciatrice), una prova cinofila su beccacce di ripasso. In quella occasione Fabio mi parlò dei “suoi Grifoni,” e del successo della loro reintroduzione a Cornino, delle Cicogne nonchè delle sue Oche selvatiche svernanti nelle zone lagunari da conservare!…. La sua passione e abilità pittorica è ben apprezzabile nel suo libro sui Rapaci (1975) scritto e illustrato con il padre Dino e la collaborazione di Franco. Con Franco e Dino, collaborò anche nella realizzazione del bel libro “Il Capriolo” (1979).
Ho ben viva nella memoria la bella tavola delle diverse specie di beccacce nel mondo espressamente da lui realizzata per il libro di Roberto Basso sulla “Bibliografia italiana sulla beccaccia (1800-2004)” uscito nel 2006.
In questo indistruttibile quadro nella mia memoria di una invidiabile Famiglia, l’improvvisa scomparsa di Fabio è stato una brutta botta che, tuttavia mi ha spinto a rimettere a fuoco il suo ricordo e a conoscere le sue attività recenti, oltre a contattare la Famiglia, signora Chiara e tre figli, e il fratello Franco che non sentivo dal 2011. Così seppi meglio della sua grande attività di naturalista sia in ambito accademico (TS), sia di divulgazione, ma soprattutto per la conservazione pratica dei suoi territori lagunari: v. fondazione della Riserva naturale della Foce dell’Isonzo, quelle di Capodistria, l’istituzione e realizzazione e direzione della stazione biologica “ isola della Cona, in comune di Staranzano, divenuta la migliore area per il Birdwatching (secondo EBN-2007)in zona umida, ricompresa tra quelle della convenzione di Ramsar, premiata nel 2010 come “Miglior progetto europeo di ricostruzione ambientale”.
In questo contesto di ricordi, amicizia, coincidenza di interessi naturalistici e scientifici, ciò che oggi mi dona un’immensa commozione per il contesto umano, che abbraccia, sono le parole scritte dai figli su facebook a onorare il loro Padre, cresciuti immersi in quel mondo stimolante e in linea con i suoi valori…sia nei gioghi infantili e successivi aiuti alla conoscenza della fauna e al disegno, alla collaborazione (ricordo un lavoro scritto con Nicoletta) sempre in linea col suo caratteristico humor…”fino all’ultimo ti abbiamo tempestato di domande…”.
Silvio Spanò
Silvano Mario Mattedi
Cosa dire dopo queste emozionanti note e ricordi di Silvio su Fabo (Fabio Perco).
Voglio solo ricordare che, grazie a lui, allora direttore dell’ Osservatorio faunistico regionale, ho potuto catturare con Paolo Defranceschi fagiani di monte per la prima volta in Italia, radioseguirli e capirne le esigenze ecologiche e le dinamiche.
Lunghi viaggi per arrivare in Lanza, al confine con l’Austria, per catturarli (un centinaio), sveglie prima dell’alba con 22 maschi in un’arena di canto, i primi censimenti intensivi con cani da ferma, la verifica delle deposizioni, ecc.. Molte giornate, ricordi anche
di Fabo di cui conservo gelosamente un forcello fatto con un po’ di carta stagnola e il suo senso dell’umorismo.
Grazie al suo (nostro) impegno è stato possibile organizzare il convegno internazionale sulle Grouse a Udine e relazionarci con molti ricercatori che ancora risento (francesi in particolare).
Da allora molte cose sono cambiate …..
Silvio Spanò
Sono contento che le scarne righe che ho scritto, più col cuore che con dati a disposizione, abbia comportato questo commento di Silvano Mattedi che tanto e bene ha lavorato con lui su specie anche a me molto care, traendone indimenticabili ricordi, trasmissibili ai nostri lettori e mettendo in sempre maggior risalto la figura e i valori scientifici e umani di cui Fabio era portatore!
Grazie, caro Silvano!
Silvio