Setter di Cossali

setter di Cossali

Anche per il 2003 il Saladini ha dato il suo verdetto. Che è un verdetto sostanzialmente di conferma: il Po’ di Pietro Cossali sopra a tutti. Mestiere, ritmo, coraggio, autonomia, sicurezza olfattiva sicuramente i suoi meriti che gli hanno permesso di fare il bis. Ma esistono anche dei demeriti: quelli degli avversari soprattutto. Sono mancati i rivali. E’ mancato il Berus di Pedraglio. L’esperienza ormai acquisita e l’ottima intelligenza venatoria già palesate in più di una circostanza per quest’anno sono rimaste nel cassetto di questo setter bianco-arancio, in taglia, dal galoppo un po’ macchinoso e non sempre composto ma con un ottimo stile di ferma.

Prestazioni non sempre esaltanti con alcuni cali a fine turno a dimostrare che il soggetto soffre particolarmente il caldo. E’ mancato il Canon di Tartari. Non esempio di stile, ma tanta potenza, tanto coraggio con quel suo modo particolare di aggredire sempre la montagna e una buona positività sugli animali dimostrati nell’edizione 2002, quest’anno sono stati latenti. E’ mancato il Pako di Cavaglià. Trofeo corso tra luci ed ombre. Forse più ombre che luci: l’anagrafe ha detto la sua unitamente all’acuirsi di alcuni “ vizietti”. 

E’ mancato il Pier dei Felini di Anesa. Sempre bello da vedere, setter, buon stile di ferma. Solo che le ferme quest’anno sono state troppo poche. L’ho visto poco concentrato, poco determinato, abulico. E’ mancata la Nyaca di Mrs.Baudet, pointer. Evidenti problemi fisici hanno fatto si che si presentasse ai nastri di partenza in non ideali condizioni fisiche, con i conseguenti risultati. Indù del Sassalbo, di Onesti, certamente pointer ma anche un grande “ casinista”: la più grande delusione. Tantissima prestanza fisica troppe poche volte messa al servizio di un metodo di cerca corretto. Interpretazione molto personale ed “elastica” del concetto di collegamento. Una cosa è certa: soffre all’inverosimile in prova perdendo spesso lucidità e concentrazione cosa che non gli capita durante un normale turno di allenamento. Caino e Kevin dei “cognati“ Cavaglià-Virano, rivelazioni 2002 hanno avuto fortune alterne. Nettamente meglio il Kevin per metodo e positività con alcuni risultati importanti. Non ancora maturo, soprattutto per metodo il Caino. Al 2004 la rivincita e le eventuali conferme. Cosi come dovranno confermare e quanto di buono hanno fatto vedere quest’anno e la fiducia accordatagli l’Irgo di Giuliani, Duca di Bizzozzero, Arris di Sacrestani, tutti cartellinati. Bene il Back di Pelamatti. Rientrate le intemperanze degli anni scorsi, quest’anno mi è parso più ragionatore, più collegato e meglio disposto sul terreno mantenendo sempre azione brillante e buon coraggio, sicuro sugli animali, il tutto confermato dalla piazza d’onore. Le novità in fatto di soggetti giovani presentati sono rappresentate dai due fratelli, figli di Berus, Ackim e Oleg e un po’ meno novità ma certamente bella realtà è la Diva di Poli. Olec condotto da Pedraglio, pazzo scatenato risulta essere soggetto di grande potenzialità cosi come grande dovrà essere il lavoro che Davide dovrà fare per metterlo a regime. Achim, condotto da Breda è soggetto più contenuto sia nel ritmo che nel coraggio pur rimanendo nella bella nota e dimostrando di essere più maturo e maggiormente positivo sull’incontro. La Diva di Poli soggetto di buone qualità stilistiche soprattutto a contatto della selvaggina è stata estremamente positiva e regolare inanellando sei o sette risultati più o meno consecutivi. La vorrei con azioni di maggior respiro e cerca più coraggiosa. Il tutto corso sui soliti terreni degli anni scorsi, terreni estremamente diversi come natura del terreno stesso e come tipo di vegetazione con conseguenti differenti difficoltà a completamento di un test serio quale appunto è quello delle prove di montagna. Quest’anno reso ancora più selettivo per l’inserimento di una prova a coturnici nell’appennino abruzzese. Selvaggina molta, quasi ovunque, a rendere questa edizione ”più facile”. Caldo molto, quasi sempre, a rendere questa edizione “più difficile”. Chiudo con un bravo rivolto agli organizzatori della prova di Campofelice ma soprattutto un bravo a tutti i concorrenti “nordisti” che vi hanno partecipato dimostrando grande sportività, senso di civiltà e di rispetto verso gli organizzatori. Certamente una trasferta di quasi 1.500 km non è cosa agevole e per di più per correre un solo giorno. Per la prossima edizione mi auguro la messa in calendario di almeno due giornate di prove consecutive, e che altre organizzazioni si muovano in tal senso. Ciò aprirebbe una panoramica più ampia per verificare la validità dei terreni e la consistenza delle coturnici. Il tutto per poter approdare ad un saladini Pilastri corso esclusivamente in due wek-end ed esclusivamente su coturnici, unico vero baluardo per il mantenimento del setter da montagna. Corro il rischio di essere noioso esprimendo questo concetto, lo so, ma ne sono anche sempre più convinto.

tratto da www.marzales.it