CACCIATORI DI MONTAGNA, DI BECCACCE E BECCACCINI

Il più felice non è assolutamente chi ammazza di più ne tantomeno chi trova di più e neanche chi ha i cani migliori, il più felice è semplicemente colui che trae il maggior godimento e divertimento nel trascorrere il tempo nel bosco o in montagna dietro la coda del proprio cane inseguendo le prede desiderate…….."magari in solitaria nel più alto rispetto di chi e di cosa lo circonda"

“TANTE ZANZARE, TANTI BECCACCINI” di Ambrogio Fossati

Gli arrivi dei beccaccini nuovi nati in voli particolarmente numerosi ed erratici.

Una primavera più lunga del solito e con tante piogge ha trattenuto i beccaccini sino a tutto il mese di Maggio in Lomellina, dove per lo stesso motivo le colture agricole in gran ritardo offrivano abbondante pastura. Ed avevo perciò previsto anche un ritardo della loro attività riproduttiva e quindi della migrazione. Ed evidentemente mi sono sbagliato. Così come dopo la tempesta arriva il sole, dopo tanta pioggia è arrivato un estate torrido con temperature di 40 gradi.

E con l’estate sono arrivate le zanzare, in alcune zone molto numerose.

Ma quasi per compensare il fastidio che arrecano, i vecchi “maestri” ci hanno insegnato che se le zanzare sono tante, anche le sgneppe abbonderanno d’estate e nei mesi successivi. Ed i maestri ci azzeccano sempre.

Nella pianura padana i primi ad arrivare sono i beccaccini “nuovi nati” che già verso metà Luglio frequentano le imboccature delle risaie, dove l’acqua che entra dai fossi dirada le pianticelle creando spazi ideali per la pastura. Ma questi posti ideali non possono diventar palestra per i nostri giovani cani per il danno che provocherebbero ai “frutti pendenti”; in quei posti l’appuntamento deve quindi essere rimandato a dopo la mietitura. Bisogna perciò dirottare sui prati bagnati, presenti soprattutto nelle zone a vocazione lattifera e che forniscono ottimale alimento per bovini da latte. Per i nostri giovani allievi quelli sono terreni ideali, facilmente calpestabili perché – a causa del peculiare fondale – l’acqua non è mai tanto alta da dar fastidio ed anzi aiuta a mitigare la calura: sono cioè le condizioni migliori per insegnare ai giovani cani ad amare i terreni bagnati, anche per l’abbondante ed eterogenea presenza di una gran varietà di uccelli che vanno da aironi di ogni tipo alle garzette, dai petulanti gabbiani alle altezzose cicogne ed a varie specie di limicoli, dall’elegante cavaliere d’Italia agli irrequieti piro piro. E questa grande popolazione alata – che si precipita nei prati il giorno stesso in cui viene immessa l’acqua – è motivo di corse sfrenate, spinte da gioia istintiva. Ed avverranno così i primi incontri coi beccaccini, inizialmente oggetto di inevitabili sfrulli, e poi (augurabilmente) di attenzioni che preludono filate e, finalmente, espressive ferme. I primi arrivi dei beccaccini generalmente sono numericamente esigui.

Quest’anno invece si son visti in quantità di rilievo, pur se tendenzialmente erratici, con voli finanche di una cinquantina, oggi in pastura qui e l’indomani altrove, per quindi scomparire e riapparire a chilometri di distanza. Amici del Sud mi dicono di averli visti già nel Casertano fra le bufale che sono ancora al pascolo. La verità è che del beccaccino, delle sue abitudini e sulle sue migrazioni sappiamo ancora molto poco e brancoliamo nel buio di supposizioni che confinano con le credenze popolari.

E l’approfondimento di queste conoscenze era (e dovrebbe essere) il compito primario del Club del Beccaccino, che però – per quanto ne so – non pare aver fatto progressi in questo senso rispetto al programma da me caparbiamente voluto allorché facevo parte del Direttivo del Club, quel programma che includeva la cattura con reti ai fini dell’inanellamento e lo studio statistico delle ali dei capi abbattuti.

Ebbene, volete saper il colmo? Mi dicono che per la stagione venatoria 2012, sono stato l’unico a fornire le ali e le relative schede all’ornitologo Dott. Alberto Boto responsabile per il programma di studio sulle ali e loro misurazioni. E visto che fra i Consiglieri del Club ci sono valenti beccaccinisti, l’unica spiegazione è che sono loro i primi a non credere nel progetto di studio: è ovvio che con un simile esempio gli altri Soci del Club non facciano meglio!. Se poi un giorno qualche animalista arriverà a chiedere la proibizione della caccia al beccaccino – e quindi la morte dell’ultima vera caccia classica rimastaci – ebbene potremo solo recitare il mea culpa, per non aver saputo collaborare con ornitologi sul selvatico che prediligiamo ma che purtroppo non sappiamo gestire pur avendo fra le mani – prima di riporlo nel carniere – un tesoro inestimabile per tutto quello che ci potrebbe fornire ai fini degli studi e per tramandare la cinofilia venatoria ai posteri.

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Beccacce : Attualità e futuro

1 Comment

  1. Matteo Miotti

    Sono un drogato di beccaccini e volevo farle sapere le mie esperienze attraverso un libro che ho scritto “Rincorrere un sogno”. Ho avuto molti consensi e alcune premiazioni. Voglio lasciare un segno di questa caccia raccontando i migliori ausiliari che ho incontrato e le varie astuzie che ha messo in atto il beccaccino per sfuggire al suo rivale. Il mio moto è; non intendo rassegnarmi, con rabbioso ma dignitoso coraggio. Spero interpretiate nel miglior dei modi il mio messaggio e mi contattiate. A risentirci.

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