Allevamento Marzale's

Giuseppe Coti Zelati a caccia con i Marzale’s

E fu cosi che, un po’ all’insù e un po’ all’ingiù, tra giudici diventati improvvisamente obesi ed altri improvvisamente accecati, tra cani che invece di cercar cotorni si mettono a scrivere ( imparassero almeno prima a leggere !! ), tra chi usa la carta stampata per far valere, giustamente, le proprie ragioni salvo poi asserire che della carta stampata non ci si deve fidare, tra cesti dal fondo rotto ma dotati di buon manico e scansafatiche che si erigono a docenti, ci si ritrova il 5 di Febbraio nella calda accoglienza dell’agriturismo del buon “ va so “ Salvi, in quel di Villa d’Almè a fare il punto su quello che sarà il Saladini Pilastri 2010.

Molte erano le aspettative di rinnovamento che facevano seguito a quanto proposto e, a parole concordato, nel convegno di Lazise del Febbraio scorso. Ne cito alcune : un circuito che prevedesse 4/ 6 prove ( di cui almeno 2 a cotorni ), recupero delle prove svizzere e relativo Cacit, un punteggio maggiore al CQN a favorire nuovi adepti montanari. Ebbene signori : nulla di tutto ciò vedrà la luce quest’anno.

Unica novità la nomina di un rappresentante dei conduttori ad interloquire con il comitato tecnico preposto. Ancor prima del salame nostrano fatto con i “porsei “ di Oliviero mi stupisco del fatto che nessuno dica nulla. Tutto ok, tutti d’accordo. Boh ?! Passo ai “casonsei “. Zittita un po’ la fame, i soliti discorsi di cani e di montagna con i compagni della sedia accanto. E naturalmente le solite divergenze. Le “ coturne”, albanesi in questo caso, ottimamente cucinate, delle quali non trovo però riscontro circa la numerazione del piombo usato, mi tengono per un po’ lontano dalle chiacchiere occupando i miei pensieri. E non solo. Caffè e rimorchio a liberare i freni inibitori e a far uscire gli ultimi strascichi relativi alle recenti polemiche. Qualche colpo basso, qualche complimento sincero, altri meno, un po’ di paraculismo di circostanza da parte di qualcuno ma la sensazione è che ancora non ci si intende. I conduttori lamentano poca omogeneità nei giudizi. Ok, ci sto. Qualcuno continua a sostenere che nella scorsa edizione non ci sono stati cani non “ in nota “. No, non ci sto. Qualcun altro continua a sostenere che i giudici “ insegnano “ ai conduttori che i loro cani non devono avere proprie iniziative. ???!!!!

Assolutamente non ci sto. E allora ? Il nocino mi illumina ( e non mi sto riferendo ad Agosteo).

PROPOSTA :
organizziamo un meeting, un incontro, un work shop, un seminario ( il Giampi Virano lo vorrebbe chiamare stage accollandosi cosi l’onere di portare le stagiste. Che se fosse un seminario…..). Sul campo però. Raggruppiamo una decina di cani da montagna, il gruppo di giudici che solitamente giudicano queste prove e ci portiamo al limite del bosco, in zona cotorne. Sciogliamo i cani per il tempo necessario, magari a singolo, perché no. Al ché i giudici formuleranno le loro impressioni in modo autonomo e riservato. Quindi si passa al confronto. Vorrei però inserire una piccola ma fondamentale novità. La relazione sul turno la stenderà anche lo stesso conduttore nonché, a rotazione, un suo collega che avrà assistito insieme ai giudici al turno. Che se è vero esistere una difformità nei giudizi è però altrettanto vero che a volte esiste un abisso tra il modo di vedere del giudice e quello del concorrente !! Più confronto costruttivo di cosi !!  Si potrebbe evitare la cena la sera precedente e ritrovarci sul posto in tarda mattinata in modo da finire nel pomeriggio e, anticipando magari un po’ il momento conviviale, renderlo propizio per le conclusioni finali. A Lazise, nel solito incontro che quest’anno sarà posticipato al mese di Maggio, e organizzato dal prof. Delaini si porteranno “ gli atti “ di questa esperienza. Ringraziando anticipatamente i sig. conduttori per la cena che gentilmente vorranno offrire ai sig. giudici, e rimanendo in attesa di un positivo riscontro, cordialmente saluto.

tratto da www.marzales.it